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NIGERIA

 

Nigeria vino reportIl Mercato del VINO in NIGERIA
Report 2024


Formato PDF
Prezzo: Euro 39
Codice prodotto: NIG24REP
Pagine: 70
Stato: disponibile

Indice: Dati generali - Rischio paese - Quadro macroeconomico - Il mercato del vino: caratteristiche principali - La produzione nazionale - Import-Export di vino - Consumo - Dati e statistiche - Normativa di settore - Norme sull’importazione di vino e bevande alcoliche  - Tariffe e barriere doganali - Etichettatura prodotti - Distribuzione commerciale - Canali di vendita del vino - Catene della Gdo (grande distribuzione organizzata) - Settore Horeca (Hotel restaurant and catering) - Negozi specializzati - Formazione dei prezzi  - Comportamento dei consumatori - Tendenze e prospettive - Strategie di entrata nel mercato nigeriano - Fiere di settore - Mass media di settore - Indirizzi utili.

 

 Nigeria vino databaseIl Mercato del VINO in NIGERIA
Database 2024

Formato: Excel
Prezzo: Euro 26
Codice prodotto: NIG24DB
Numero riferimenti: 33
Stato: disponibile

Elenchi, in formato Excel, completi di: nome, ragione sociale, tipologia commerciale, indirizzo, città, telefono, fax, sito web, e-mail, altri dati e informazioni utili di: Importatori - Distributori - Grossisti - Catene della Gdo (Grande distribuzione organizzata) - Operatori settore Horeca - Negozi specializzati al dettaglio e online - Ristoranti di cucina italiana

 

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IL MERCATO DEL VINO IN NIGERIA
(Breve introduzione)

 

La Nigeria è la potenza economica e militare dell’Africa occidentale. Risulta il più popoloso paese africano con più di 211 milioni di abitanti su una superficie di circa 930.000 chilometri quadrati ed è la seconda economia africana dopo il Sudafrica e il primo produttore di petrolio del continente.
Nonostante l’indubbia rilevanza economica il paese soffre di numerosi problemi strutturali che ostacolano la crescita o quantomeno la rallentano. Innanzitutto la costante instabilità politica, la mancanza cronica di infrastrutture, un settore pubblico enorme e deficitario, enormi disuguaglianze sociali, conflitti etnici e religiosi in diverse aree del paese, livelli elevati di corruzione, istituzioni deboli ed inefficienti.
Il problema principale della Nigeria è la povertà della gran parte della popolazione. Il 57% dei nigeriani vive con meno di due dollari al giorno. Va detto che, negli ultimi anni, sono stati avviati ambiziosi programmi anche con l’aiuto di organismi internazionali, per cercare di ridurre il livello di povertà e qualche piccolo risultato si è cominciato a raggiungere.
Va anche tenuto presente che circa metà della popolazione nigeriana, concentrata nelle regioni settentrionali è di fede musulmana, un 40% sono cristiani, concentrati nelle regioni meridionali e un 10% appartengono ad altre fedi ma sono prevalentemente animisti.
In alcune aree del paese ci sono forti conflitti religiosi tra cristiani e musulmani con anche stragi e attentati terroristici, soprattutto per la presenza di movimenti islamisti come Boko Haram, alleati di movimenti terroristici come l’Isis che operano nel nord del paese.
I due problemi principali dell’economia nigeriana sono l’eccessiva dipendenza dal settore petrolifero e del gas che espone il paese agli andamenti altalenanti dei prezzi degli idrocarburi sui mercati internazionali e la carenza di infrastrutture.
Il mercato del vino in Nigeria si è sostanzialmente sviluppato negli ultimi 30 anni.  Il vino d’uva non fa parte delle tradizioni e degli usi di un paese come la Nigeria che ha un clima tropicale e nel quale non si coltiva uva. Ci sono bevande alcoliche tradizionali che, almeno in alcune zone, quelle non islamiche, venivano e vengono ancora consumate come il “vino” di palma o il “vino” ricavato dalla fermentazione degli ananas.
Le bevande alcoliche si consumavano nella società tradizionale nigeriana prevalentemente in occasioni sociali: cerimonie, feste, rituali religiosi, matrimoni, funerali. Inoltre il consumo di alcol nella società tradizionale era riservato agli uomini adulti e non alle donne.
La situazione mutò con la colonizzazione europea. I bianchi portarono usi, tradizioni e prodotti nuovi anche per quel che riguarda le bevande alcoliche.
Nel 1946 fu fondata in Nigeria la prima fabbrica per la produzione di birra la Nigerian Brewery, ancor oggi esistente.
A partire dagli anni Settanta, con l’emergere di una piccola classe media che assumeva consumi che si rifacevano a modelli occidentali, cominciò ad arrivare nel paese anche il vino (quello d’uva) e altri superalcolici.
Negli ultimi trent’anni, con la crescita economica soprattutto trainata dal settore degli idrocarburi e del gas, la struttura dei consumi di bevande alcoliche è cambiata. Negli ultimi due decenni il mercato del vino è cresciuto a ritmi intensi.
La Nigeria è oggi uno dei paesi africani con il più elevato consumo di bevande alcoliche pro capite e i consumi di alcolici pare siano sempre più elevati soprattutto tra i più giovani.
Altro fenomeno è il fatto che anche le donne hanno cominciato a consumare bevande alcoliche, cosa che nella società tradizionale non era possibile.
Il vino in Nigeria è comunque un prodotto di lusso che viene consumato dalle classi medio-alte, con costi abbastanza elevati essendo tutto d’importazione e gravato anche da dazi e tasse elevate, un prodotto che si consuma esclusivamente nelle grandi aree urbane soprattutto Lagos.
Le importazioni di vino in valore ammontavano nel 2019 a circa 116 milioni di Euro annui, un terzo costituito da vini spumanti soprattutto champagne francesi.
La Spagna era nel 2019 il primo esportatore in volume con una quota di mercato del 19%, seguita da Cina, Stati Uniti, Sudafrica e Australia e poi tutti gli altri.
La Cina si è conquistata la seconda posizione, grazie al fatto che in Nigeria, come in altri paesi africani, c’è stata, negli ultimi anni, una penetrazione commerciale cinese con l’insediamento anche di migliaia di lavoratori cinesi.
La Spagna tra i paesi del Vecchio mondo è quella che è riuscita a conquistarsi una posizione di rilievo mentre Francia e Italia hanno quote di mercato piuttosto piccole. La Francia concentra il proprio export soprattutto nel segmento degli champagne.

 

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