Corea del Sud
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COREA DEL SUD
Il Mercato del VINO in COREA DEL SUD
Report 2024
Formato: PDF
Prezzo: Euro 48
Codice prodotto: COR24REP
Pagine: 78
Stato: disponibile
Indice: Dati generali - Rischio paese - Quadro macroeconomico - Il mercato del vino: caratteristiche principali - La produzione nazionale - Import-Export di vino - Consumo - Dati e statistiche - Normativa di settore - Norme sull’importazione di vino e bevande alcoliche - Tariffe e barriere doganali - Etichettatura prodotti - Distribuzione commerciale - Canali di vendita del vino - Catene della Gdo (grande distribuzione organizzata) - Settore Horeca (Hotel restaurant and catering) - Negozi specializzati - Formazione dei prezzi - Comportamento dei consumatori - Tendenze e prospettive - Strategie di entrata nel mercato coreano - Fiere di settore - Mass media di settore - Indirizzi utili.
Il Mercato del VINO in COREA DEL SUD
Database 2024
Formato: Excel
Prezzo: Euro 47
Codice prodotto: COR24DB
Numero riferimenti: 107
Stato: disponibile
Elenchi, in formato Excel, completi di: nome, ragione sociale, tipologia commerciale, indirizzo, città, telefono, fax, sito web, e-mail, altri dati e informazioni utili di: Importatori - Distributori - Grossisti - Catene della Gdo (Grande distribuzione organizzata) - Operatori settore Horeca - Negozi specializzati al dettaglio e online - Ristoranti di cucina italiana
Il MERCATO del VINO in COREA DEL SUD Report + Database a soli Euro 76 (sconto del 20%)
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IL MERCATO DEL VINO IN COREA DEL SUD
(Breve introduzione)
La Corea del Sud è un paese di 51 milioni di abitanti, è la dodicesima economia del pianeta, grande potenza manifatturiera con posizionamenti importanti in settori industriali come quello automobilistico, l’elettronica e l’informatica, le telecomunicazioni, la cantieristica. La struttura produttiva del paese è fortemente orientata all’export.
La Corea è uscita, già dal 2010, dalla crisi internazionale del 2008-09 e la sua economia ha ripreso a crescere a ritmi medi superiori al 3% all’anno. Il tasso di disoccupazione è inferiore al 4%, il debito pubblico è piuttosto basso, all’incirca il 37% del Pil, ma molto elevato è invece il debito delle famiglie. Il Pil pro capite è sui 31.000 Euro annui.
Anche se il vino è comparso sul mercato coreano solo dagli inizi degli anni Novanta oggi il mercato del vino in Corea del Sud è il terzo per importanza in Asia, dopo Cina e Giappone. Le importazioni totali di vino, nel 2019, hanno raggiunto i 42 milioni di litri per un valore di circa 231 milioni di Euro. Si parla quindi di cifre interessanti tenendo conto che il mercato del vino continua a crescere.
La Corea del Sud produce quantitativi minimi di vino tutti consumati sul mercato nazionale. Le condizioni climatiche del paese non rendono produttiva la coltivazione della vite e anche il costo elevatissimo dei terreni agricoli scoraggiano la produzione, però alcuni produttori locali importano dall’estero (la Spagna è uno dei fornitori maggiori) vini sfusi che mischiano poi con le piccole quantità prodotte localmente e rivendono, come prodotti coreani, sul mercato nazionale. Si tratta comunque di numeri piccoli e, sostanzialmente, si può dire che il mercato del vino sia costituito dai vini importati. I principali paesi da cui si importa sono, in ordine di rilevanza, in termini di valore: Francia (32% circa), Italia, Cile, Stati Uniti, Spagna, Australia, Nuova Zelanda, Argentina e altri.
I vini del Vecchio Mondo, praticamente quelli europei, godono dell’immagine migliore, soprattutto quelli francesi, seguiti a ruota dagli italiani. Un buon posizionamento hanno i vini cileni grazie a un ottimo rapporto qualità-prezzo e quelli australiani che si avvantaggiano della vicinanza geografica, del fatto che molti coreani visitano l’Australia per ragioni turistiche, d’affari o di studio, e del fatto che gli australiani fanno politiche commerciali molto aggressive.
I coreani sono fortissimi consumatori di bevande alcoliche, da quelle tradizionali coreane alla birra. I consumi di vino rappresentano soltanto l’1% dei consumi di bevande alcoliche nel paese e i consumi pro capite sono ancora bassi, circa un litro all’anno. Se si pensa che in Giappone, un paese molto simile dal punto di vista culturale e gastronomico, i consumi sono arrivati a una media annua di 7,5 litri pro-capite, si può ragionevolmente pensare che sul mercato coreano ci siano ancora ampi margini di crescita.
Il vino è diventato la bevanda alcolica più alla moda soprattutto tra le classi sociali medio-alte e tra i giovani. C’è un crescente interesse da parte dei consumatori verso modelli di consumo più attenti al benessere e alla salute e quindi si tende a sostituire le bevande alcoliche nazionali, come il soju o il vino di riso, che hanno un’elevata gradazione alcolica, con bevande più soft come il vino.
Cresce il numero di coreani che viaggiano all’estero e quindi conoscono altre culture e cucine e manifestano interesse e curiosità per le gastronomie europee e soprattutto per quella italiana. L’economia del paese va bene e quindi anche i redditi medi sono in crescita. L’interesse crescente dei coreani per il vino è dimostrato anche dalle numerose pubblicazioni di settore, dalla nascita di club e associazioni di appassionati, dalla creazione di scuole di enologia che organizzano numerosi corsi, sia per professionisti del settore, sia per appassionati, oltre al grande successo che riscuotono i sempre più numerosi wine bar.
Il vino viene percepito come un prodotto di lusso, molto sofisticato e l’apprezzamento maggiore lo riscuotono i vini francesi in primis, seguiti da quelli italiani. Il vino è molto utilizzato come regalo di pregio e quindi soprattutto nelle occasioni festive si riscontra un aumento significativo delle vendite del prodotto.
La gran parte dei consumi si concentra sui vini rossi, circa il 70%, il 25% si rivolge ai vini bianchi e un 5% riguarda gli spumanti. Molto apprezzati dai coreani sono i vini dolci.
I consumatori scelgono il vino in base ad alcune caratteristiche: il paese d’origine e i paesi europei, Francia e Italia in primo luogo, godono di un’ottima immagine, le caratteristiche della bottiglia e della confezione, la notorietà della marca e infine anche il prezzo che, comunque, non è l’elemento decisivo nella scelta d’acquisto.
Uno degli ostacoli principali allo sviluppo di questo mercato sono le tasse molto elevate che gravano su questo prodotto anche se l’Accordo di libero scambio tra la Corea e l’Unione Europea, sottoscritto nel 2011, ha portato a una riduzione del carico fiscale sui vini europei.
I prezzi del vino sono piuttosto elevati sia per uno sfavorevole regime impositivo ma anche per gli elevati margini che si ritagliano gli intermediari.
Per esportare vino in Corea occorre necessariamente passare attraverso un importatore in quanto l’importazione è soggetta alla concessione di una apposita licenza.
Il paese è dotato di una buona rete infrastrutturale e di un settore di distribuzione commerciale modernamente organizzato.
Il principale canale di vendita per il vino sono le catene della GDO (55%), il 15% circa si vende nei negozi specializzati, mentre un 30% finisce nel settore Horeca, nel quale molto forte è il posizionamento dei vini italiani, grazie anche alla presenza di numerosi ristoranti di cucina italiana che vengono ritenuti dai coreani ristoranti di classe. Nella sola Seoul, la capitale, ci sono più di 700 ristoranti di cucina italiana.
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