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IRLANDA

 

Irlanda vino reportIl Mercato del VINO in IRLANDA
Report 2024


Formato: PDF
Prezzo: Euro 41
Codice prodotto: IRL24REP
Pagine: 60
Stato: disponibile

Indice: Dati generali - Rischio paese - Quadro macroeconomico - Il mercato del vino: caratteristiche principali - La produzione nazionale - Import-Export di vino - Consumo - Dati e statistiche - Normativa di settore - Norme sull’importazione di vino e bevande alcoliche  - Tariffe e barriere doganali - Etichettatura prodotti - Distribuzione commerciale - Canali di vendita del vino - Catene della Gdo (grande distribuzione organizzata) - Settore Horeca (Hotel restaurant and catering) - Negozi specializzati - Formazione dei prezzi  - Comportamento dei consumatori - Tendenze e prospettive - Strategie di entrata nel mercato irlandese - Fiere di settore - Mass media di settore - Indirizzi utili.

 

 

Irlanda vino databaseIl Mercato del VINO in IRLANDA
Database 2024

Formato: Excel
Prezzo: Euro 39
Codice prodotto: IRL24DB
Numero riferimenti: 215
Stato: disponibile

 

Elenchi, in formato Excel, completi di: nome, ragione sociale, tipologia commerciale, indirizzo, città, telefono, fax, sito web, e-mail, altri dati e informazioni utili di: Importatori - Distributori - Grossisti - Catene della Gdo (Grande distribuzione organizzata) - Operatori settore Horeca - Negozi specializzati al dettaglio e online - Ristoranti di cucina italiana

 

 

 

Il MERCATO del VINO in IRLANDA  Report + Database a soli Euro 64
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indicando i Vostri dati: Nome e/o Ragione Sociale, indirizzo, città, e-mail, eventuale recapito telefonico, Partita Iva o Codice Fiscale e il codice del/dei prodotto/i richiesti.

 

IL MERCATO DEL VINO IN IRLANDA
(Breve introduzione)

 

L’Irlanda è un piccolo paese con circa 4,6 milioni di abitanti che fa parte dell’Unione Europea e dell’area Euro, con un reddito pro capite attorno ai 44.000 Euro annui.
L’impetuosa crescita economica del primo decennio del 2000, che aveva fatto parlare di “tigre celtica” si è schiantata sotto i colpi della crisi finanziaria del 2008-09 che ha colpito pesantemente il paese e soprattutto il suo sistema finanziario. Il governo irlandese per salvare il sistema bancario ha dovuto varare piani straordinari attingendo a risorse pubbliche e quindi aumentando molto il debito pubblico, l’imposizione fiscale e tagliando la spesa. Negli anni successivi il PIL ha ripreso a crescere, sia pure a ritmi molto blandi, ma la disoccupazione e il debito pubblico restavano molto elevati.
Quando si pensa all’Irlanda si pensa alla birra e in primo luogo alla famosissima Guinness e infatti di birra gli irlandesi ne bevono parecchia, circa 86 litri annui pro capite, ma sono anche grandi consumatori di superalcolici e di sidro, mentre il mercato del vino che, non esistendo produzione nazionale, è tutto dovuto alle importazioni, si è sviluppato negli ultimi 50 anni ma ha cominciato a crescere a ritmi consistenti a partire dagli anni Novanta. Anche negli ultimi anni, nonostante la crisi i consumi di vino hanno continuato a crescere sia pure a ritmi molto blandi e il consumo pro capite si attesta su circa 17 litri annui, uno dei tassi più bassi in Europa.
In Irlanda nel 2019 sono stati importati circa 107 milioni di litri di vino per un valore di 288 milioni di Euro.
Solo un terzo circa delle importazioni provengono dai paesi europei mentre i due terzi circa, riguarda i vini del cosiddetto Nuovo Mondo: australiani, cileni, sudafricani, neozelandesi, argentini, statunitensi.
In termini di volumi il principale esportatore di vino verso l’Irlanda era, nel 2019, il Cile con una quota di mercato del 17%, seguono Regno Unito, Francia, Australia, Italia, Spagna, Germania, Nuova Zelanda  e a seguire gli altri.
Per ciò che riguarda le preferenze dei consumatori il 50% dei vini venduti sono bianchi, il 46% rossi, il 4% rosati.
Gli irlandesi risultano nelle classifiche europee una delle popolazioni con il più alto tasso pro capite di consumo di bevande alcoliche, è quindi comprensibile che le autorità abbiano intrapreso politiche tendenti a scoraggiare questo tipo di consumi. Negli ultimi anni sono state introdotte tutta una serie di restrizioni che influenzano negativamente la domanda: limiti più rigidi per ciò che riguarda le quantità di alcolici consentiti per chi si mette alla guida di veicoli, limiti alla pubblicità, limitazioni alla esposizione di alcolici nei negozi e nei supermercati, limiti di orario alla somministrazione nei locali pubblici, ecc. Tutte queste restrizioni imposte per porre freno all’eccessivo consumo, anche se è un problema che riguarda prevalentemente la birra e i superalcolici, hanno comunque penalizzato anche il mercato del vino.
Sulle bevande alcoliche inoltre, vino compreso, pesa un’imposizione fiscale molto elevata, la più alta tra i paesi dell’Unione Europea, a cominciare dall’Iva che è al 23%. Questo fatto, tra l’altro, favorisce fenomeni consistenti di scambi transfrontalieri tra il territorio della Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda de Nord che fa parte del Regno Unito e dove le bevande alcoliche costano meno anche perché subiscono un’imposizione fiscale più ridotta.
Per ciò che riguarda i canali commerciali nel settore off trade si vende l’80% dei vini circa nell’on trade il 20%. Sta inoltre crescendo molto la vendita on line con l’apertura anche di numerosi negozi specializzati in questo canale.

 

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