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TURCHIA

 

Turchia vino reportIl Mercato del VINO in TURCHIA
Report 2024


Formato: PDF
Prezzo: Euro 38
Codice prodotto: TUR24REP
Pagine: 61
Stato: disponibile

Indice: Dati generali - Rischio paese - Quadro macroeconomico - Il mercato del vino: caratteristiche principali - La produzione nazionale - Import-Export di vino - Consumo - Dati e statistiche - Normativa di settore - Norme sull’importazione di vino e bevande alcoliche  - Tariffe e barriere doganali - Etichettatura prodotti - Distribuzione commerciale - Canali di vendita del vino - Catene della Gdo (grande distribuzione organizzata) - Settore Horeca (Hotel restaurant and catering) - Negozi specializzati - Formazione dei prezzi  - Comportamento dei consumatori - Tendenze e prospettive - Strategie di entrata nel mercato turco - Fiere di settore - Mass media di settore - Indirizzi utili.

 

 

 Turchia vino databaseIl Mercato del VINO in TURCHIA
Database 2024

Formato: Excel
Prezzo: Euro 27
Codice prodotto: TUR24DB
Numero riferimenti: 61
Stato: disponibile

Elenchi, in formato Excel, completi di: nome, ragione sociale, tipologia commerciale, indirizzo, città, telefono, fax, sito web, e-mail, altri dati e informazioni utili di: Importatori - Distributori - Grossisti - Catene della Gdo (Grande distribuzione organizzata) - Operatori settore Horeca - Negozi specializzati al dettaglio e online - Ristoranti di cucina italiana

 

 

 

 

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IL MERCATO DEL VINO IN TURCHIA
(Breve introduzione)

 

 

La Turchia è un paese di quasi 85 milioni di abitanti a medio livello di sviluppo. Superate le conseguenze della crisi del 2008-09, l’economia turca dopo alcuni anni di crescita formidabile: +8,9% nel 2010 e +8,5 nel 2011, è tornata a livelli di sviluppo più ridotti tra il 2 e il 3% annuo. Superata anche la fase di “innamoramento” per l’Unione Europea,  nella quale per anni la Turchia ha tentato di entrare, ultimamente, sotto la guida del presidente Erdogan la Turchia ha riscoperto velleità neo imperiali con l’ambizione di ripristinare un’area di influenza in tutta l’area geografica che un tempo faceva parte dell’Impero ottomano, dal Nord Africa, al Medio Oriente, ai Balcani, all’Asia Centrale.
L’economia turca è molto diversificata anche se fortemente dipendente dall’estero per le materie prime, soprattutto quelle energetiche.
Il vino in Turchia è conosciuto dai tempi più antichi anche se, durante tutto il periodo dell’Impero ottomano (1492-1923), il vino era proibito in quanto in contrasto con le norme coraniche anche se si coltivava l’uva per il consumo come frutto o per produrre bevande non alcoliche.
Per quanto la Turchia sia un paese musulmano esiste un consumo diffuso, anche se scoraggiato dalle autorità, di bevande alcoliche, soprattutto birra e raki (un liquore tradizionale a base di anice). Anche il vino è consumato sia pure a livelli molto bassi, circa 1 litro pro capite all’anno.
Dal 2003 il mercato del vino è cresciuto molto grazie alla liberalizzazione dell’importazione e della distribuzione ma, negli ultimi anni, i governi islamisti hanno introdotto nuove restrizioni (divieto di pubblicità, divieto di vendita via internet, ecc.) che hanno limitato la diffusione di questa bevanda.
Esiste anche una discreta produzione locale di vino concentrata prevalentemente in due aree: la Tracia, nella zona europea, dove si produce il 40% del vino turco e la zona egea a ridosso della città di Izmir.
C’è anche una piccola quota di produzione nazionale che viene esportata soprattutto verso quei paesi nei quali esiste una forte comunità di turchi immigrati e infatti i due principali paesi di esportazione sono la Germania e Cipro, dove la metà orientale dell’isola, abitata da popolazioni di etnia turca, è sotto occupazione militare di Ankara. Seguono poi, con quote molto minori, paesi come  Giappone, Olanda, Belgio.
Per ciò che riguarda le importazioni di vino queste provenivano, nel 2019, per ben il 75% da tre soli paesi: Francia, Italia e Cile.
Il mercato del vino in Turchia è alimentato da due tipologie di consumatori: le classi sociali medio-alte delle grandi aree urbane, prevalentemente Istanbul e Ankara e i turisti stranieri che sono ormai più di 30 milioni l’anno e infatti, nel settore Horeca, si vende ben il 47% dei vini consumati nel paese in termini di volumi.
Le tipologie di vini preferite dai consumatori turchi, che sono in prevalenza maschi, sono quelli rossi. I vini rosati non hanno riscosso grandi successi anche perché considerati un tipo di vino più adatto al consumo femminile e le donne in Turchia, che è e resta una società islamica, per certi aspetti ancora piuttosto arcaica, non consumano alcolici.
Il mercato turco è un mercato difficile, sia perché esistono tutta una serie di restrizioni oggettive alla diffusione delle bevande alcoliche e man mano che le tendenze politiche islamiste conquistano consensi queste restrizioni rischiano di aumentare, sia perché esiste una elevata imposizione fiscale sul vino di importazione e altre barriere non tariffarie che ne fanno lievitare il prezzo.
Esiste un atteggiamento molto contradditorio nella società turca nei confronti del vino e in genere delle bevande alcoliche. Ufficialmente la religione islamica ne proibisce il consumo ma, essendo il paese tendenzialmente laico ed essendo il consumo di alcolici comunque generalmente diffuso, anche se non in quantità eccessive, si fa finta di non vedere o di accettare questa eccezione alle regole, purché non venga sbandierata troppo.
Le prospettive del mercato del vino nel paese sono dipendenti dal grado più o meno ampio di apertura e di laicità che verrà concesso, nei prossimi anni, dalle autorità governative e da quanto grande sarà l’influsso delle correnti più ortodosse dell’islamismo sul governo.

 

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